La data di nascita dei nostri amati scafi si perde nel tempo, dato che i primi uomini del ghiaccio si autocostruivano i tradizionali skin on frame, cuciti intorno allo yaker, che ancora adesso vengono riprodotti con materiali differenti dall’epoca, ma con lo stesso sistema di montaggio, prendendo la legna che il mare offriva loro e, misurando con parti del corpo come avambracci,spanne, piedi veniva montato.
Il legno veniva lavorato e, formato il telaio, veniva rivestito di pelli di foca ricoperte del loro grasso per isolarle e renderle stagne.
Venivano utilizzati per cacciare e garantire la sopravvivenza degli INUIT.
La parola kayak significa “barca degli uomini” a diffrenza di UMIAK cioè “barca delle donne”.
La struttuta di questi scafi si basa su tre compromessi cioè:
1-Direzionabilità/manovrabilità:
più lo scafo ha un disegno a V più sarà direzionale ovvero la capacità di mantenere la rotta rettilinea mentre più è arrotondato, più è manovrabile come per esempio i modelli da free-style.
2-Stabilità primaria/secondaria:
per stabilità primaria si intende la resistenza del kayak al rollio mentre la secondaria si riferisce alla resistenza finale al ribaltamento nel momento in cui il kayak si trova nel massimo punto di sbilanciamento;
in pratica più il fondo è arrotondato più la superficie d’appoggio nel momento dello sbilanciamento massimo è maggiore; con il fondo piatto invece, nel momento in cui iniziano a rollare e raggiungono il punto di ribaltamento, lo fanno improvvisamente e di scatto.
3-Velocità generale/stabilità laterale
questi sono dati dalle misure effettive dello scafo; kayak da mare e turismo saranno più veloci e filanti con lunghezze fino ai 5,8 metri mentre per essere più manovrabile le misure si accorceranno fino ad arrivare a misure di 1,85 metri per i kayak da free style.
Il kayak nei nostri tempi moderni si divide in due grandi famiglie:
1- Sit inside: seduta all’interno dello scafo
Il legno veniva lavorato e, formato il telaio, veniva rivestito di pelli di foca ricoperte del loro grasso per isolarle e renderle stagne.
Venivano utilizzati per cacciare e garantire la sopravvivenza degli INUIT.
La parola kayak significa “barca degli uomini” a diffrenza di UMIAK cioè “barca delle donne”.
La struttuta di questi scafi si basa su tre compromessi cioè:
1-Direzionabilità/manovrabilità:
più lo scafo ha un disegno a V più sarà direzionale ovvero la capacità di mantenere la rotta rettilinea mentre più è arrotondato, più è manovrabile come per esempio i modelli da free-style.
2-Stabilità primaria/secondaria:
per stabilità primaria si intende la resistenza del kayak al rollio mentre la secondaria si riferisce alla resistenza finale al ribaltamento nel momento in cui il kayak si trova nel massimo punto di sbilanciamento;
in pratica più il fondo è arrotondato più la superficie d’appoggio nel momento dello sbilanciamento massimo è maggiore; con il fondo piatto invece, nel momento in cui iniziano a rollare e raggiungono il punto di ribaltamento, lo fanno improvvisamente e di scatto.
3-Velocità generale/stabilità laterale
questi sono dati dalle misure effettive dello scafo; kayak da mare e turismo saranno più veloci e filanti con lunghezze fino ai 5,8 metri mentre per essere più manovrabile le misure si accorceranno fino ad arrivare a misure di 1,85 metri per i kayak da free style.
Il kayak nei nostri tempi moderni si divide in due grandi famiglie:
1- Sit inside: seduta all’interno dello scafo
2-Sit on top: seduta sopra lo scafo
Le differenze sono ben visibili.
Noi prenderemo in considerazione solo i secondi in quanto studiati per risultare di più facile utilizzo e ben allestibili per la pesca sportiva.
Ne esistono di diverse misure e alestimenti ovviamente ma nella scelta dovremo fare una considerazione di base: COSA DEVO FARCI?
Solo per piacere di restare in mezzo alla natura sceglieremo certi modelli; devo pescare in mare? Altri disegni e così via pensando appunto al servizio che deve fare.
Ci sono poi modelli che si possono considerarsi “allround” cioè la possibilità di coprire più ruoli con un solo scafo.
Noi prenderemo in considerazione solo i secondi in quanto studiati per risultare di più facile utilizzo e ben allestibili per la pesca sportiva.
Ne esistono di diverse misure e alestimenti ovviamente ma nella scelta dovremo fare una considerazione di base: COSA DEVO FARCI?
Solo per piacere di restare in mezzo alla natura sceglieremo certi modelli; devo pescare in mare? Altri disegni e così via pensando appunto al servizio che deve fare.
Ci sono poi modelli che si possono considerarsi “allround” cioè la possibilità di coprire più ruoli con un solo scafo.